Per la maggior parte degli esperti del settore, l’anno appena iniziato, rappresenterà per il mondo del fintech un periodo di consolidamento, con un’accelerazione della trasformazione digitale dei più importanti operatori dell’industria dei servizi finanziari. Dobbiamo quindi abituarci a metabolizzare sempre di più il termine open, perché sarà il refrain del 2022; in particolare ci riferiamo all’open innovation, all’open finance, all’open banking. Il legame tra startup ed i più importanti player del settore, è destinato quindi a rafforzarsi, soprattutto in Italia e in Europa. Una ricerca di McKinsey tra l’altro, evidenzia il forte divario esistente tra le startup americane ed europee che riescono a diventare un unicorno: il 50% di quelle americane contro il 14% di quelle europee. La collaboration tra i due mondi diventa quindi fondamentale per sostenere la crescita delle startup e strategica per il processo di trasformazione delle imprese. È evidente quindi che l’open innovation, sarà uno dei modelli più utilizzati dai player del banking per poter cavalcare le tendenze che caratterizzeranno l’industria nei prossimi 12 mesi. Analizzando i report e le analisi disponibili alla fine dello scorso anno, abbiamo scelto di selezionarne cinque. Ci riferiamo in particolare al sempre più diffuso fenomeno del BNPL (Buy Now Pay Later) di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi, all’utilizzo di modelli di utilizzo dell’identità digitale (ad esempio la SPID), al Vertical banking, all’utilizzo dell’AI per contrastare le frodi digitali ed infine all’Open banking.
Il Buy Now Pay Later conferma un fortissimo trend di crescita e la maggior parte degli analisti sono certi che proseguirà anche nel corso di quest’anno. I pagamenti rateali digitali sono destinati a crescere soprattutto grazie ai tassi elevati di penetrazione che hanno nel mondo retail. Il fenomeno ha superato quota 100 miliardi di dollari e si prevede raggiungerà i 3mila miliardi di dollari entro il 2030. Nel nostro Paese ci si aspetta un incremento del 28,6% tra il 2021 ed il 2028. Si svilupperanno tra l’altro una serie di servizi “accessori” come, ad esempio, lo sviluppo di forme di finanziamento che sostengano la spesa. In futuro non si potranno sottovalutare i rischi legati all’eccesso di indebitamento ed alla sostenibilità del modello di business. L’ampliamento della rete di accettazione dei pagamenti digitali, la maggiore copertura da parte delle banche e le connessioni più veloci, insieme alla crescente adozione del Buy Now Pay Later, farà sì che già dal 2022 i pagamenti diventeranno più veloci, utilizzabili e sicuri.
Le previsioni stimano che per il segmento dell’open banking c’è all’orizzonte una forte crescita dei modelli di utilizzo basati sull’identità digitale. Basti pensare che ad oggi, in Italia il 40% della popolazione avente diritto, utilizza già la Spid, uno strumento nato per semplificare la relazione con la PA ma ormai maturo per essere utilizzato anche nell’industria dei servizi finanziari per garantire un accesso sempre più veloce e semplice a strumenti bancari e finanziari. In questo campo si prevede la creazione di circuiti informativi che interesseranno in particolare le banche, le società di telecomunicazioni e le compagnie assicurative. I cittadini potranno quindi fornire informazioni non solo sul proprio conto, ma anche anagrafiche o sulle proprie utenze telefoniche. L’identità digitale, consentirà quindi di sfruttare le possibilità offerte dall’open banking e dall’open finance.
Secondo le previsioni di Solarisbank, piattaforma berlinese di Banking as a Service, diventata lo scorso anno un unicorno fintech, nel 2022 il digital banking cambierà il suo volto. Non sarà più la versione online di uno sportello fisico ma un vero e proprio hub in cui i servizi e la consulenza verranno costruiti sulle esigenze di specifici cluster di clienti. Grazie al BaaS, per le nuove banche digitali c’è la grandissima opportunità di servire nicchie di mercato trascurate, come ad esempio il teenage banking. A seconda sia delle esigenze che delle competenze, infatti, il cliente potrebbe decidere di automatizzare i suoi investimenti, definendo quando, quanto e dove investire. Tutto questo dovrebbe consentire ai clienti di aumentare fedeltà, fiducia ed il livello di educazione finanziaria, utilizzando prodotti customizzati per le loro necessità.
È noto a tutti che l’ aumento dell’offerta e dell’utilizzo di servizi finanziari digitali, contribuisce a far crescere esponenzialmente i rischi di truffe online. Solarisbank, che abbiamo precedentemente citato, ha stimato che durante la prima metà del 2021, i tentativi di frode digitale sono aumentati del 150% a livello globale, complice anche il maggior utilizzo dovuto anche alla pandemia. I criminali informatici hanno cercato di sfruttare le opportunità offerte dall’aumento vertiginoso dell’utilizzo di servizi digitali, nel corso degli ultimi 18 mesi. L’intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel contrastare e ridurre l’incidenza delle frodi e nel mantenere i dati finanziari dei clienti al sicuro.
La crescita dell’ open banking europeo infine, proseguirà anche nel fintech nel 2022: basti pensare che dal 2019 il numero di provider che offrono servizi di Account Information e Payment Initiation è cresciuto del 300% e, secondo i dati del primo Global Open Banking Report di CBI, lo scorso anno sono state fatte acquisizioni nell’Open Banking per un controvalore di circa 2 miliardi di euro. A livello mondiale più di 60 Paesi hanno avviato iniziative di open banking ma l’Italia, secondo il report, ha ancora un livello di adozione di servizi di open banking inferiore rispetto a quanto si registra in altri paesi europei. “Secondo Marco Folcia, Partner di PwC Italia, EMEA Payments & Open Banking Centre of Excellence Leader “ il tasso di adozione è ancora contenuto sia a livello di operatori di mercato (13 TPP attive) che di utenti finali (es. meno del 5% utilizzano servizi Open Banking). In tal senso, i principali elementi che potrebbero stimolarne la crescita sono: l’incremento dell’awareness verso gli utenti finali sulle potenzialità dell’Open Banking ed i benefici associati, il miglioramento delle interfacce dedicate alle terze parti messe a disposizione dalle banche e lo sviluppo di iniziative di collaborazione, anche con operatori esterni al mondo finanziario, per diffondere una cultura Open fra player di mercato.