Alla fine dello scorso novembre, avevamo sottolineato la necessità per gli investitori di modificare gradualmente l’asset allocation per capitalizzare una parte importante di guadagni. Il 2022, secondo le nostre analisi, sarà l’anno in cui la bolla scoppierà. Sarà l’anno in cui gli asset guidati dalla liquidità vedranno una grande battuta d’arresto e segnerà l’inizio di un crollo che potrebbe durare fino alla metà o alla fine del 2023. Come tutte le bolle del passato, il seme è stato gettato: gli investitori retail sono ancora euforici, guidati dalla convinzione che i mercati vadano solo verso l’alto ed ogni storno debba essere visto come un’opportunità. Sfortunatamente, gli andrà male ancora una volta, poiché il 2022 sarà l’anno della verità, dell’adattamento del mercato alla realtà; un anno in cui i mercati torneranno alla normalità e inizieranno un grande drawdown. L’ampiezza del mercato, molte divergenze e molti modelli distributivi dipingono già un quadro di un processo di costruzione di un top. I top dopo i mercati toro pluriennali di solito si costruiscono in settimane e mesi. Molti segmenti e mercati si trovano già in un mercato orso, mentre i più importanti indici sono ancora ai massimi di tutti i tempi e si stanno persino muovendo verso i top finali di blow-off.
Alcune considerazioni interessanti possono essere fatte per l’indice Nasdaq Composite che a questo punto non dovrebbe soffrire troppo ancora prima di essere in grado di vivere un nuovo rally, visto il numero elevato di titoli che sono stati colpiti così duramente in queste settimane. Un significativo elemento valutativo, uno dei principali, è che stiamo osservando un comportamento del mercato che ricorda i picchi raggiunti nel 1999 e del 2007. Lo stesso è accaduto nel 2021, quando i mercati emergenti, le azioni cinesi, l’indice Hang Seng e altre asset class si sono ritrovate in un mercato orso.
Quindi, cosa potrebbe accadere nel 2022? Una prima considerazione molto importante è che il margin debt ha raggiunto il massimo. Il margin debt è un solido warning indicator e dovrebbe essere considerato come un segnale evidente dell’aria che si sta assottigliando. Qualsiasi possibile diminuzione della liquidità potrebbe rappresentare una grande trappola per gli asset rischiosi. I mercati azionari e delle criptovalute sono stati gonfiati dalla speculazione e dall’avidità, insieme alla folle convinzione che questi asset non torneranno mai nella media. Tutto questo è falso e nel 2022 e 2023 lo dimostreranno. Le valutazioni sono ai massimi storici, la Fed sta iniziando la stretta dando l’idea di rivivere una storia già vista nel 1999- 2000.
Esattamente come è avvenuto in occasione delle bolle precedenti, le mani forti che faranno scoppiare questa bolla sono gli stessi che l’hanno creata… Un aneddoto; Elon Musk è stato nominato persona dell’anno dalla rivista Time nel 2021. Nel 1999, fu Jeff Bezos, poco prima che Amazon crollasse di quasi il 90%, dopo una parabola ascendente simile a quella di Tesla. Questa volta, potrebbe essere Tesla, che è aumentata di diverse centinaia di punti percentuali negli ultimi anni, raggiungendo valutazioni assolutamente prive di logica, a poter crollare nei prossimi 18 mesi.
Esistono in particolare due fattori che potrebbero far crollare gli asset di rischio nel 2022: liquidità in calo e dati macroeconomici in flessione. Per quanto riguarda i dati macro, abbiamo evidenza che l’ISM subirà una contrazione nei prossimi mesi. Inoltre il peggioramento dei dati macro e l’aumento delle difficoltà della supply chain trascineranno verso il basso gli utili di numerose società.
La domanda è: quando? Basandoci su una prospettiva stagionale e tecnica, i mercati azionari potrebbero raggiungere il massimo nel primo trimestre del 2022, prima di una lunga flessione che durerà fino alla metà o alla fine del 2023. I mercati toro di solito non si esauriscono bruscamente. Quello che viene evidenziato da numerosi modelli distributivi e di costruzione del top, è che il massimo potrebbe già essere stato raggiunto e se escludiamo gli investitori al dettaglio, il sentiment tra gli investitori istituzionali si è raffreddato. Se osserviamo la relazione tra le azioni growth e il gold miners gold ratio, la bolla appare di nuovo in tutta la sua evidenza. Questo è ancora più evidente se guardiamo al numero di società di software che non producono utili quotate nella borsa americana; molte tra queste danno segnali di sofferenza.
In sintesi, è molto probabile che nel 2022 assisteremo allo scoppio della bolla guidato dalla liquidità. Ci sono stati afflussi record nei mercati azionari nel 2021, guidati principalmente una nuova mandria di speculatori retail tech-addicted. Le criptovalute possono fare da apripista, le società tecnologiche senza profitto sono già in un mercato orso, e solo pochi titoli oggi tengono il prezzo. Una bolla del mercato toro a lungo termine, come ci raccontano i precedenti crash storici, scoppia con molte divergenze e con numerosi modelli distributivi che non danno segnali contemporaneamente. La probabile prossima correzione degli asset azionari non sarà rapida e il mercato orso prenderà il sopravvento lentamente nelle prossime settimane e mesi. La probabilità di un nuovo top nel primo trimestre resta ancora valida ma, se le criptovalute non dovessero essere protagoniste di un altro rimbalzo significativo e molti titoli tecnologici dovessero scendere sotto i loro minimi di inizio dicembre, il top potrebbe essere già stato raggiunto. Gli investitori, secondo le nostre stime, dovrebbero approfittare del primo trimestre per alleggerire il peso dell’equity e di tutte le asset class rischiose presenti nei portafogli finanziari, riprendendo ad investire sui bond.