Le immagini satellitari sembra stiano diventando l’alternativa quotidiana ai dati sulla pandemia. Riceviamo dallo spazio aggiornamenti day by day sullo schieramento delle truppe sovietiche ai confini dell’Ucraina. Ma i mercati cosa ne pensano? La Russia probabilmente non ha intenzioni reali di invadere l’Ucraina. Sembra sia piuttosto un modo per mettere sotto pressione l’Occidente ed evitare che Kiev entri nella Nato e nell’Unione Europea, cambiando cosi gli equilibri strategici ed economici ai confini occidentali del gigante russo. Prescindendo però da considerazioni geopolitiche, i mercati hanno mal digerito le notizie che quotidianamente riceviamo. Una precisazione è doverosa; sebbene molti inventori temano giustamente una guerra e gli effetti sociali, politici ed economici di vasta portata che potrebbero derivarne, tuttavia per quanto sorprendente possa apparire, i mercati dei capitali, in tempi di guerra si sono quasi sempre dimostrati piuttosto resilienti. Gli obiettivi degli investitori quindi non dovrebbero essere rivisti a causa dei possibili scenari bellici, ma nel breve-medio termine, così come abbiamo scritto in numerose occasioni nei mesi passati, i mercati sconteranno una inevitabile quanto necessaria volatilità.
A conferma di quanto detto a proposito dell’impatto dei conflitti nei mercati finanziari, condividiamo alcuni dati che ci auguriamo possano in qualche modo rasserenare gli investitori con posizioni di lungo termine. Se il buonsenso finanziario ipotizza che ai mercati dei capitali non piaccia l’incertezza che le guerre portano, tuttavia come evidenziato dai grafici, le reazioni dei listini durante i precedenti conflitti, raccontano una storia differente. Viceversa gli investimenti in bond, non hanno fornito la protezione che gli investitori si aspettavano.
I mercati, come avevamo previsto, hanno iniziato l’anno con una discesa piuttosto turbolenta. E hanno confermato un trimestre difficoltoso per gli investitori. La guerra inizialmente ha sempre portato agitazione nei mercati, o meglio, più che la guerra in sé, l’aspettativa della guerra, o al limite l’effetto sorpresa di un atto di guerra. Il mix del conflitto accompagnato dall’atteso aumento dei tassi da parte della FED ha alimentato la paura. Lo scenario economico incerto, ha fatto il resto.
In realtà il mercato aveva voglia di scendere: questo è statisticamente riscontrabile negli anni delle elezioni mid-term americane. Tra l’altro quest’anno saranno più che mai incerte, con il consenso di Biden finito ai minimi, con la vice-presidente, Kamala Harris, fino ad ora piuttosto deludente, con Trump nuovamente in rampa di lancio ed una società americana che continua ad essere drammaticamente divisa, senza una via d’uscita all’orizzonte. Quando i mercati scendono, molti portafogli tradizionali vanno in sofferenza. Lo spostamento dell’interesse sul mercato azionario, fenomeno ormai in essere da anni, rende quindi molti portafogli più vulnerabili.