Fin dalla sua nascita la casa del Global Thinking ha sempre dedicato i suoi contributi al mondo della solidarietà, dell’inclusione, della gender equality e del green. Non poteva quindi sfuggire alla nostra attenzione un’iniziativa che, in questi drammatici giorni di guerra, rappresenta una grande opportunità per tutti quei profughi che cercano una sistemazione dignitosa che consenta di fuggire dagli orrori del conflitto e dalla barbarie delle forze armate russe. In appena tre giorni, è stata lanciata da due studenti universitari americani la piattaforma Ukraine Take Shelter, che dal 2 marzo è online. Il sito web costruito in 12 lingue, solo nella prima settimana è riuscito a coinvolgere una community di quasi cinquemila persone che hanno messo a disposizione le loro case per aiutare i rifugiati.
I due giovani studenti dell’Università di Harvard, Avi Schiffmann e Marco Burstein, che hanno lanciato Ukraine Take Shelter, hanno ideato il portale immaginando un funzionamento della piattaforma simile ad Airbnb, consentendo ai profughi di mettersi in contatto con le persone di tutto il mondo che desiderano ospitarli, consentendo di trovare alloggi velocemente, bypassando i passaggi complessi previsti dai siti governativi di ogni paese. funziona per un motivo essenziale: è facile da usare. Per trovare una sistemazione è sufficiente collegarsi al portale e, una volta indicata la località in cui ci si trova, selezionare le abitazioni disponibili.
Ad ogni host è consentito inserire nell’offerta, che tra l’altro è gratuita, tutti i dettagli considerati importanti: quante persone possono essere ospitate, quali lingue parla il proprietario, se sono accettati animali, se ha bambini, per quanto tempo l’abitazione sarà disponibile.
In occasione di un’intervista al Washington Post, Avi Schiffmann ,uno dei due fondatori, ha dichiarato:
«Al momento è la principale piattaforma online che collega, fornendo numeri di telefono e informazioni precise, la popolazione ucraina a chi offre un tetto sotto cui sentirsi di nuovo al sicuro», spiega. Gli annunci di ospitalità arrivano da tutto il mondo: da Israele all’Australia, passando per Germania, Polonia e Italia. C’è chi è pronto ad accogliere i profughi in un piccolo villaggio della Slovenia, chi in una villa sul lago di Garda, chi ancora in una stanza in condivisione nel centro di Bologna. Ognuno rende disponibile ciò che può. Sono già migliaia. Oggi trovo che sia incredibile come siamo riusciti dagli Stati Uniti e lavorando io e Marco da due luoghi diversi, a creare una piattaforma che parli direttamente con i rifugiati ucraini. Li stiamo aiutando. Adesso, il nostro obiettivo è rendere sempre più utile il nuovo sito, un bollettino globale dell’accoglienza».
https://www.ukrainetakeshelter.com/